Regia Stazione di Troticoltura di Fisterre

Lungo il nostro Torrente Ardo, in località Fisterre, a breve distanza dal ponte che attraversa il torrente, sorge il complesso della Regia Stazione di troticoltura costituito da un sistema di vasche destinate ad allevamento e riproduzione del pesce e da tre edifici (uffici, laboratori, acquario-incubatori, abitazione del custode).

L’area occupa una superficie di circa 3700 metri quadri.

La Stazione venne costruita nei primi decenni del Novecento sul sito di altri opifici a forza idraulica e sfruttava, per l’alimentazione delle vasche, la roggia sul torrente.

Inserita in un contesto ambientale di grande fascino, tra la città di Belluno e le prime propaggini della stretta valle dell’Ardo, il complesso è abbandonato dal 1975 ed ora versa in stato di degrado.

La Peschiera, il cui primo insediamento come mulino e follo, risale agli inizi del XIX secolo, era alimentata dall’acqua di un canale che partiva dall’attuale briglia di Fisterre e che lungo il percorso alimentava vari opifici e fontane.

Si deve a Feliciano Vivanti, direttore della Stazione di Piscicoltura e sindaco di Belluno dal 1902 al 1905, la promozione di un chiosco per pubblici intrattenimenti – ora abbandonato – con “chalet e veranda in legno allo scopo di creare …un geniale ritrovo alpino …” nell’area tra il ponte e lo stabilimento.

Costeggiando il torrente Ardo lungo il sentiero pedonale si raggiunge infine la Centrale Idroelettrica di Fisterre, ora in disuso, che fin dal 1908 serviva per l’illuminazione pubblica e privata della città e per fornire forza motrice agli stabilimenti di Cavarzano e Sois. L’edificio, comprendente due corpi di fabbrica, risalta
per la struttura muraria in pietra locale e per l’uso del laterizio anche a scopo  ornamentale.

La zona da Borgo Prà a Fisterre, ricca di valori storico culturali e naturali, è percorribile grazie a sentieri e stradine che consentono di giungere all’imbocco della prima forra a monte della centralina.

Ad ovest della Troticoltura, proprio a ridosso del Parco di Mussoi, si nota il Ponte delle Fontane in pietra, a campata unica, ora utilizzato come passaggio pedonale per scendere da Vezzano al centro cittadino, ma che vanta origini antiche. Sebbene si ipotizzi una nascita romana le documentazioni più vetuste che attestano l’esistenza di un pons fontium, sono tardo medioevali.

Nei secoli, si sono susseguiti molti interventi di manutenzione all’acquedotto pensile, dato che fino al 1899 – anno della costruzione di quello di Libano, o “delle Roncole” – fu l’unico acquedotto della città di Belluno. Nel 1555 il rettore Lorenzo Bragadin ne promosse l’ampliamento, nel 1750 fu ricostruito e consolidato grazie al pretore e prefetto Matteo Badoer – come si legge nella lapide murata all’ingresso del ponte – e fu infine riparato nel 1921 dopo la Prima Guerra mondiale.

La struttura della Regia Satzione di troticoltura è di proprietà della Regione Veneto, ed è stata messa in vendita più volte, ma non si è riusciti a trovare acquirenti e attende da tempo un progetto di recupero che restituisca ai cittadini un luogo di grande interesse per la storia e il valore ambientale e urbanistico.

 

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Tratto dal sito del FAI e da www.dravapiave.it

 

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